martedì 13 febbraio 2007

Stop alle ricariche telefoniche

Pubblico la dichiarazione di Salvatore Raiti, deputato dell'Italia dei Valori, sulle ricariche telefoniche. Una dichiarazione che condivido completamente. Gli interessi dei cittadini vanno sempre anteposti a quelli delle lobby.
" Nel decreto Bersani sulle liberalizzazioni è previsto un importante taglio ai costi aggiuntivi sulle ricariche telefoniche: il primo e più evidente segnale di contrasto ai poteri forti, a tutto vantaggio dei diritti dei consumatori. Adesso pare che tale misura rischi di subire un brusco arresto, a causa di un possibile emendamento all’articolo 1 del decreto, all’esame della Commissione Attività Produttive.Domani, 13 febbraio, entro mezzogiorno si dovrebbe sapere chi sono i colleghi dell’Ulivo che hanno anteposto agli interessi dei cittadini, che già hanno pagato fin troppo per una tassa ingiustificata e sproporzionata, quelli delle compagnie telefoniche, che si sono trincerate dietro a incomprensibili problemi tecnici per adeguarsi rapidamente al provvedimento.Il mio invito agli onorevoli colleghi, di cui non è dato conoscere i nomi, è di correggere in tempo la propria posizione nei confronti dei consumatori, che devono rimanere la nostra priorità assoluta.Posticipare anche solo di qualche settimana, per bene che vada – ma si potrebbe trattare di mesi - l’entrata in vigore di un provvedimento che andrebbe ad agevolare i cittadini, per andare incontro alle esigenze di grosse multinazionali sarebbe inconcepibile.Mi appello, in secondo ordine, al buon senso del collega Lulli, relatore del decreto, al quale chiedo di usare minore elasticità nel valutare le motivazioni che vengono espresse dalle compagnie telefoniche: per quanto giustificate possano essere, non devono essere anteposte ai diritti dei cittadini. In questo caso il loro diritto, peraltro riconosciuto da un ampio consenso tra parlamento, governo e autorità, è quello di smettere di sottostare ad un meccanismo perverso ed iniquo.Ai colleghi onorevoli chiedo coerenza. Abbiamo preso un impegno con i cittadini.Manteniamolo!"
Salvatore Raiti

venerdì 9 febbraio 2007

Nascita di Garibaldi e ricorrenza della nascita della Repubblica Romana

I moti popolari che iniziarono il 15 novembre 1848 portarono, dopo una serie di eventi, alla proclamazione della Repubblica Romana il 9 febbraio 1849, guidata da un triunvirato costituito da Giuseppe Mazzini, Aurelio Saff e Carlo Armellini.
La Repubblica viene soppressa dai francesi il 3 luglio 1849.
Nella zona del Mausoleo Ossario Gianicolense dove ora ci troviamo ebbero luogo gli scontri finali il 30 giugno 1849.
Garibaldi alle ore 12.00 raccolse gli ultimi uomini rimasti per l’estrema difesa. Ma l’Assemblea della Repubblica per non sottoporre Roma ad inutili distruzioni decretò la fine della resistenza. Garibaldi però non accettò la resa e iniziò una leggendaria ritirata verso Venezia e Mazzini riprese la via dell’esilio.Quella fu una triste giornata ma le idee di quegli uomini accesero la grande speranza della libertà e quella fiammata di apparente utopia rappresentò il detonatore di un processo storico irreversibile.
Non scordiamoci che la Repubblica Romana fu il primo Stato Europeo(seppur non riconosciuto da nessuno) a proclamare che la fede religiosa era libera , né poteva essere una discriminante per l’esercizio dei diritti civili e politici.
Voglio concludere citando quello che Mazzini proclamò: “La repubblica è innanzitutto principio d’amore, di maggior incivilimento, di progresso fraterno con tutti e per tutti, di miglioramento morale, intellettuale, economico per l’universalità dei cittadini…” “….è il principio del bene su quello del male, del diritto comune sull’arbitrio di pochi, della santa eguaglianza sul privilegio e il dispotismo…”