giovedì 20 dicembre 2007

Popper un farmaco vasodilatatore che provoca euforia e stordimento

La presidenza del consiglio dei ministri tramite la rete europea dell'Early Warning System sulle sostanze stupefacenti ha lanciato un allarme sulle nuove tendenze delle assunzioni, che abbiamo rilevato anche nella capitale. Nelle ultime settimane sono stati segnalati dai pronto soccorso dei casi di intossicazione acuta da popper un farmaco vasodilatatore che provoca euforia e stordimento, e addirittura da comuni spray dust-cleaner. Sostanze che sembrano assai in voga negli ambienti insospettabili di minorenni socialmente ben inseriti. Il popper, le sostanze etniche e gli altri inalanti non essendo censite nella tabella ufficiale degli stupefacenti sono purtroppo legali e di facile reperimento sia su internet che negli smartshops. Si tratta di campanelli d'allarme che non possiamo ignorare perché suggeriscono un'evoluzione dei trends e ci possono aiutare a inquadrare in tempo i pericoli futuri per la sicurezza dei nostri ragazzi. Si tratta ancora di consumi di nicchia se paragonati ai volumi della cocaina, ma che possono crescere indisturbati soprattutto nella popolazione giovanile. Riteniamo quindi doveroso amplificare questo segnale di allerta, in particolare verso il legislatore, dal momento che il livello di attenzione è ancora troppo basso. Ad affermarlo in una nota è il Presidente della Commissione Sicurezza del Comune di Roma, On. Mauro De Bosi.

 

Da una ricerca presentata oggi alla LUMSA

Da una ricerca presentata oggi alla LUMSA emerge che Roma offre un elevato livello di qualità per servizi dedicati alla sicurezza urbana ed assolutamente in linea con gli standard delle grandi capitali europee. Però i rischi e le paure nascono nel nostro paese e nella nostra città, dall'imprevedibilità della stessa società di mercato, dalla obsolescenza delle conoscenze, e sono amplificati dall'indebolimento dei legami di solidarietà e degli strumenti di protezione posti in essere fino a anni recenti. Il problema, enucleato dal rapporto della Prof.ssa Mignella Calvosa, è la domanda di sicurezza che ha assunto una generalizzazione ed una estensione che non la lega più solo ai singoli contesti. Nello studio si evidenzia che la percezione di insicurezza è diffusa e crescente e non sembra riferirsi a situazioni di maggiore o minor rischio. Questo sentimento si è radicato in modo preoccupante nella coscienza collettiva che, in virtù dell'enfasi posta su questo tema dai media, si trasforma in desiderio di repressione anche cruenta nei confronti della criminalità e della diversità. La popolazione è orientata dall'informazione che troppe volte fomenta sentimenti di allarme, ostilità, paura. Ciò contribuisce alla costruzione del pericolo come esito della eterogeneità e diversità culturale, etnica ed economica che alimenta a sua volta il dibattito politico. I nuovi scenari ci impongono, dunque, nuove modalità di prevenzione in riferimento alle diverse figure sociali presenti nelle città. In questo quadro di riferimento, l'amministrazione si adopera per garantire ai cittadini una vivibilità e una serenità nella quotidianità tramite programmi, attività, risultati ottenuti e l'informazione su di essi.

mercoledì 12 dicembre 2007

Prodotti made in China

La tutela della legalità e della salute dei cittadini prevede azioni concrete e pianificate. Riteniamo, dunque, doverosa la vigilanza sui pericoli per alcuni prodotti made in China, commercializzati sul territorio capitolino. Un serio problema che non sottovalutiamo, esploso con gli scandali per le importazioni contraffatte, contaminate o contenenti ingredienti tossici. E' opportuno ricordare che l'Italia recepisce l'allarme lanciato dalla commissione europea che ha denunciato le inadempienze in materia delle autorità cinesi. In base ad un accordo del gennaio 2006 il governo della Repubblica Popolare si era impegnato a fornire ogni tre mesi un report dettagliato, soprattutto sui controlli. Il documento avrebbe dovuto informare sulle azioni intraprese da Pechino per rispondere alle segnalazioni di irregolarità provenienti dall'UE. Da Bruxelles, invece, sono arrivati segnali che la promessa è stata disattesa. Nel corso del 2006, solo a Roma, sono stati identificati circa 20 prodotti pericolosi, non conformi alle normative europee, provenienti dal paese asiatico. Dopo il dentifricio all'anticongelante e i giocattoli al piombo, oggi un nuovo allarme arriva per gli indumenti. Nel 2006 il 22,4% dell'abbigliamento utilizzato in Italia proveniva direttamente dalla Cina, mentre i prodotti tessili coprivano 19% del mercato nazionale. Secondo le analisi effettuate nei mesi scorsi dall'Istituto Superiore di Sanità e dai Nas i tessuti importati risultano impregnati di formaldeide una sostanza conservante, battericida ed altamente cancerogena. I livelli accertati sono 900 volte maggiori di quelli consentiti dall'Organizzazione mondiale della sanità. Ad affermarlo in una nota è il Presidente della Commissione sicurezza del Comune di Roma, On. Mauro De Bosi.



mercoledì 5 dicembre 2007

REQUISIZIONE DI POLVERE PIRICA FUORI LEGGE

Come ogni anno, con l’appropinquarsi delle festività natalizie, le forze dell’ordine sono impegnate nella requisizione di polvere pirica fuori legge. Oggi registriamo il primo maxi sequestro di prodotti illegali, da parte della Guardia di Finanza di Roma a danno di un gruppo di cinesi. Gli asiatici a disprezzo delle più banali norme di sicurezza avevano stipato 6 tonnellate di merce, in un magazzino adiacente ad un centro abitato in zona Prenestino. Un errore, una scintilla e magari avremmo vissuto una tragedia, se non fossero intervenuti stamattina gli uomini del colonnello Zafarana. E’ doveroso ricordare che i botti illegali, a cui i fabbricanti affibbiano nomi stravaganti per stuzzicare la curiosità degli acquirenti, ogni anno mietono numerose vittime. La merce di dubbia provenienza, che all’apparenza può sembrare innocua, si rivela in numerosi casi assai pericolosa. Gli incidenti più gravi derivano, quasi sempre, dalla mancata adozione delle misure di sicurezza imposte dalla legge e dalle precauzioni suggerite dal buon senso. Dal punto di vista statistico i ragazzi tra gli 11 e i 14 anni sono i più colpiti dalle esplosioni e gli organi più interessati sono gli arti e la testa. Spesso sono proprio i più giovani che, maneggiando i fuochi in modo spavaldo, si meravigliano dei danni che questi ordigni possono provocare. Suggeriamo pertanto ai genitori di far comprendere ai loro figli che non è una questione di audacia ma esclusivamente di sicurezza. Sulla questione anche l’OMS e l’Istituto Superiore di Sanità lanciano in questi giorni un avvertimento, che noi riprendiamo. Il fumo denso dei fuochi d'artificio è composto prevalentemente da polveri fini tossiche, le PM10, che diventano pericolose non solo per chi soffre già di disturbi ma anche per le persone sane. Quando si bruciano dei giuochi pirici, con l'esplosione si libera una pericolosa miscela di sostanze. Nella combustione avvengono reazioni chimiche tra le molecole mescolate che trasformano le materie originarie in nuove composizioni assolutamente velenose per l’organismo.