mercoledì 12 dicembre 2007

Prodotti made in China

La tutela della legalità e della salute dei cittadini prevede azioni concrete e pianificate. Riteniamo, dunque, doverosa la vigilanza sui pericoli per alcuni prodotti made in China, commercializzati sul territorio capitolino. Un serio problema che non sottovalutiamo, esploso con gli scandali per le importazioni contraffatte, contaminate o contenenti ingredienti tossici. E' opportuno ricordare che l'Italia recepisce l'allarme lanciato dalla commissione europea che ha denunciato le inadempienze in materia delle autorità cinesi. In base ad un accordo del gennaio 2006 il governo della Repubblica Popolare si era impegnato a fornire ogni tre mesi un report dettagliato, soprattutto sui controlli. Il documento avrebbe dovuto informare sulle azioni intraprese da Pechino per rispondere alle segnalazioni di irregolarità provenienti dall'UE. Da Bruxelles, invece, sono arrivati segnali che la promessa è stata disattesa. Nel corso del 2006, solo a Roma, sono stati identificati circa 20 prodotti pericolosi, non conformi alle normative europee, provenienti dal paese asiatico. Dopo il dentifricio all'anticongelante e i giocattoli al piombo, oggi un nuovo allarme arriva per gli indumenti. Nel 2006 il 22,4% dell'abbigliamento utilizzato in Italia proveniva direttamente dalla Cina, mentre i prodotti tessili coprivano 19% del mercato nazionale. Secondo le analisi effettuate nei mesi scorsi dall'Istituto Superiore di Sanità e dai Nas i tessuti importati risultano impregnati di formaldeide una sostanza conservante, battericida ed altamente cancerogena. I livelli accertati sono 900 volte maggiori di quelli consentiti dall'Organizzazione mondiale della sanità. Ad affermarlo in una nota è il Presidente della Commissione sicurezza del Comune di Roma, On. Mauro De Bosi.



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